
Eremi di Pulsano, trekking sul Gargano tra sacro e natura
Nel cuore del Gargano, la Puglia nasconde un tesoro culturale e paesaggistico di inestimabile valore. L’ Abbazia Santa Maria di Pulsano è infatti arroccata sul Monte di Pulsano, comune dii Monte Sant’Angelo (FG).

STORIA. Si tratta di una bellezza edilizia dedicata alla Madonna edificata nel VI sec. per volere del monaco-papa S. Gregorio Magno. L’abbazia è stata casa e luogo di preghiera di monaci, cenobiti, orientali, latini. Agli inizi del XII sec. fu ricostruita ad opera di San Giovanni eremita, il Pulsanese, che diede vita all’ordine degli Eremiti dei Pulsanesi Scalzi. Questi ultimi si rifacevano alla regola benedettina e alla tradizione monastica orientale. Fecero di questa abbazia la chiesa Madre da cui dipendevano circa 40 monasteri. I più famosi sono i monasteri pulsanesi in Toscana lungo la via francigena da Pavia a Roma e quello delle isole slave diMljet e Hvar. La abbazia riporta ancor oggi i danni del sisma del 1646.

ARCHITETTURA. La chiesa è in stile romanico. Il presbiterio dedicato al papa Alessandro III, fu ricavato in una grotta naturale. L’altare quadrato, consacrato dal medesimo papa, è uno dei pochi altari bizantini ancora presenti in Italia. I monaci abitarono stabilmente il luogo fino alla soppressione murattiana del 1809.

BIBLIOTECA. L’Abbazia vanta una biblioteca di ben 17mila volumi divisi sostanzialmente in due settori tematici: cultura cristiana, il più corposo, e storia del Gargano e delle sue antiche comunità. Il catalogo è consultabile online presso la Biblioteca provinciale di Foggia.

“E così apparvero dimore di solitari sui monti e il deserto divenne una città di monaci che avevano abbandonato i loro beni e si erano iscritti nella cittadinanza dei cieli”(S. Atanasio, Vita di Antonio, cap. 14.7). Si tratta di un simbolo indiscusso di simbiosi tra vita attiva e vita contemplativa.
EREMI. Attorno alla Abbazia la natura rocciosa e floristica hanno preso il sopravvento. Su spuntoni rocciosi e pareti scoscese fino al vallone, sono disseminati ben 24 eremi. Alcuni sono visibili da lontano, altri sono raggiungibili con percorsi di trekking, alcuni riportano affreschi, altri sono semplici grotte. Numerosi sono i sentieri che conducono al vallone. Non tutti gli eremi sono visitabili. Gli eremi sono collegati tra loro da una rete di sentieri e scalinate. Sono connessi perfino da una ‘rete idrica’ che convogliava l’acqua nelle cisterne. Non è ancora chiaro il periodo in cui fossero abitati questi eremi. Gli eremi di Pulsano sono molti.

- Eremo di San Gregorio. Si presume il più antico luogo di eremitaggio di circa 200 mq dedicato a San Gregorio Magno. Ospita diverse celebrazioni.
- Eremo di San Michele. Si accede dal piazzale antistante la chiesa. Formato da tre stanze comunicanti destinati agli eremiti e da una cappella che affaccia sullo strapiombo. Secondo alcune fonti in questo eremo avrebbero soggiornato San Francesco d’Assisi e nel 1216 e S. Celestino V, nel 1295.
- Eremo di San Nicola. Distante dalla Abbazia 15 minuti. Si accede da una scalinata a strapiombo scavata nella roccia. Formato da due stanze. Sono presenti affreschi in discreto stato di conservazione ed una una grossa croce greca scolpita nella roccia.
- Eremo di Santa Caterina. Distante dall’Abbazia 30 minuti. Si trova nella valle dei romiti, sul lato opposto della Abbazia. Una cavità naturale a cui si può accedere da una scalinata scavata nella roccia.
- Eremo di San Leonardo. Distante dall’Abbazia 15 minuti. Si trova nella valle dei romiti. Ne resta solo una volta in muratura.
- Eremo di Coppa la Pinta. Distante dall’Abbazia più di un’ora. Sul promontorio di Coppa la Pinta a destra di Valle Campanile salendo da Manfredonio, sono visitabili numerosi eremi. Ad oggi sono utilizzati da pastori che portano al pascolo le capre.
- Eremo la Rondinella. Accessibile solo agli scalatori. All’imboccatura destra dalla Valle Campanile, su una crosta rocciosa di Coppa la Pinta, a circa 340 metri sul livello del mare si trova quest’eremo inaccessibile a strapiombo sul vallone. Costituito da due celle grandi ed una più piccola. Presenta vani con giacitoi e mensole. La sua posizione richiama la posizione che assumono le rondini prima di spiccare il volo. Visibile in lontananza da Coppa La Pinta.
- Eremo il Mulino. Distante dall’Abbazia 45 minuti. Eretto a 400 metri di altezza con affaccio a strapiombo sul vallone. Formato da da svariati ambienti, in muratura e in cavità naturali. Sono visibili un altare in pietra e resti di antichi affreschi. Il nome deriva dalla presenza all’interno dei locali di una grande macina e di una grande cisterna destinata al raccoglimento delle acque.
- Eremo Studion. Distante dall’Abbazia 60 minuti. Il nome richiama San Teodoro Studita a cui era probabilmente dedicato. Si trova oltre l’eremo il Mulino e vi si accede attraverso una scalinata. E’ costituito da più celle e sono presenti diversi affreschi.
- Eremo Carcere. Distante dall’Abbazia 70 minuti. Si trova oltre l’eremo Studion. Visitabile solo con apposita attrezzatura. Il nome stesso richiama la sua posizione a dir poco inaccessibile. Probabilmente si trattava di un caso di reclusione temporanea da insubordinazione o di volontario isolamento in luogo impervio.
- Eremo di San Giovanni, Mandre e Pietre. Distante dall’Abbazia 30 minuti. Si trova in fondo al vallone di Pulsano tra l’incrocio di valle Campanile e valle dei Romiti. Si può raggiungere da Manfredonia attraversando la Piana di Macchia, fino al sentiero che dalla pianura sale al colle di Pulsano. Dedicato all’omonimo eremita. Costituito da un ambiente unico. Fino a qualche fa era presente un affresco, danneggiato da un incendio estivo. Dei saccheggiatori negli anni novanta hanno profanato una tomba ipogea, portando involontariamente alla luce una scalinata che conduce ad un altro vano dell’eremo. Lungo il medesimo sentiero su cui si trova questo eremo, era possibile raggiungere gli eremi Mandre e Pietre.

VISITARE GLI EREMI. Visitare gli eremi può sembrare facile. E lo è per quanto riguarda i sentieri che partono dall’Abbazia lungo i sentieri che troverete vicino ad un alta ed imponente croce. Per raggiungere, invece, il grande vallone e dunque la gola racchiusa tra le pareti rocciose, l’ingresso non è così immediato. Lasciato il parcheggio ci si deve dirigere verso una zona apparentemente circondata e chiusa da una rete in cui sono presenti degli asini e strumentario di contadini. Lungo quel reticolato c’è un grande cancello all’apparenza chiuso. In realtà è sufficiente sollevare il gancio di un cancelletto e superare la zona. Dopo il cancello a centro metri troverete tre gradini di ferro ed un altro cancelletto apribile. Superato quest’ultimo, troverete indicazioni per un brevissimo sentiero sulla sinistra e per un lunghissimo sentiero sulla destra. Il sentiero sulla destra vi porterà in fondo al vallone. Il percorso non è tutto dritto, presenta zone estremamente sconnesse che richiedono un trekking impegnativo. Nulla che non sia fattibile con scarpe adeguate, borracce d’acqua e un po’ di senso dell’orientamento. Lungo il percorso, infatti, non troverete più le frecce. Altri eremi, invece, si trovano in zone più distanti dall’Abbazia raggiungibili in auto.
QUANDO VISITARE EREMI ED ABBAZIA. L’Abbazia è visitabile sostanzialmente senza pericoli e problemi di alcun genere in tutti i periodi dell’anno. Per quanto concerne, invece, gli eremi è preferibile la bella stagione. Trattandosi della Puglia, connotata da estati torride, ovviamente il consiglio è quello di recarsi sul posto in primavera-inizio estate oppure in fine estate-autunno. Sconsigliato è recarsi in estate col caldo afoso perché si tratta sostanzialmente di luoghi in pieno sole con pochissime e rarissime aree di sosta all’ombra. Queste, infatti, dipendono soltanto dall’orario e dalle ombre create dalle rocce e dalla posizione del sole. Non sono presenti zone alberate.

COME RAGGIUNGERE L’ABBAZIA. A prescindere dalla strada di provenienza, tutti si immetteranno sul tratto finale a cui si accedere seguendo le univoche indicazioni stradali. Al termine della strada troverete un grande cancello. Anche se il cancello è chiuso non pensate che lo sia anche l’Abbazia, è sufficiente citofonare e vi apriranno. Ovviamente se vi recate in loco in orari consoni all’apertura di un luogo sacro. Non mancherà di incontrare lungo la strada mucche a bordo strada o che addirittura che occupano la carreggiata. Anche quello fa parte dello spettacolo.

- IN TRENO. Dalla stazione centrale di Foggia dal piazzale antistante il bus di linea Sita per Monte S. Angelo e poi con l’auto raggiungere l’Abbazia.
- IN AUTO. DA NORD. Autostrada A14, uscita Foggia, direzione Gargano, superstrada 89 per Manfredonia, bivio Macchia Sp 55 per Monte S. Angelo, poi seguire i cartelli indicatori per l’Abbazia. DA OVEST. Autostrada A16, uscita Candela, SS655 per Foggia, superstrada 89 per Manfredonia, bivio Macchia Sp 55 per Monte S. Angelo, poi seguire i cartelli indicatori per l’Abbazia.
- DA SUD. (Bari) A14, uscita Foggia, superstrada 89 per Manfredonia, bivio Macchia Sp 55 per Monte S. Angelo, poi seguire i cartelli indicatori per l’Abbazia