
Elena Gaddoni, regina delle Dolomiti alla Hero 2017
Il paradiso non esiste, ma chi va in bicicletta ci arriverà comunque. (cit. Marzo Perrini).
Nome: Elena Gaddoni
Classe: 1980
Motto: “Chi la dura la vince”!
Film preferito: Vi presento Joe black
Libro preferito: Bestie da vittoria di Danilo di Luca e The secret di Rhonda Byrne

E’ il caso di Elena Gaddoni che ha fatto delle due ruote la vocazione della sua vita. La campionessa ha all’attivo circa 200 gare vinte; premi e riconoscimenti dal 2001 ad oggi che ne hanno fatto un vero e proprio orgoglio azzurro. La sua carriera professionale vanta titoli di ogni tipo: campionessa italiana xc 2001 sportwoman, xc 2008 donne elite, marathon 2013 donne elite, vice campionessa italiana xc donne elite 2006 2007 2009, vice campionessa italiana marathon donne elite 2006 2007 2008 2012 2014 2018 2019. E’ entrata in classica per 4 anni nel campionato del mondo cat donne elite marathon, vincitrice prova capoliveri Elba 2018 donne elite coppa del mondo Marathon, val di Fassa bike donne elite Marathon 2005 2006 2013, 100km dei forti Marathon 2006 2007, donne elite internazionali d italia xc assoluti, Gimondi bike 2013 internazionale, Garda Marathon 2014, tiliment bike Marathon 2014.
La quota rosa in mtb che inorgoglisce la maglia azzurra, inizia la sua carriera a 15 anni comprando in un centro commerciale la sua prima mtb. La passione cresce accompagnando la sorella nelle prime esperienze sportive per raggiungere l’acme con l’incontro del suo ex fidanzato Mirko Pirazzoli. La sua vita privata inizia a doversi conciliare con il sangue che ribolle nelle vene per salire in sella.
Come concili vita privata, lavoro e passione? “E tutto molto difficile e la vita privata purtroppo ne ha risentito…e infatti a 40 anni tra poco non mi ritrovo di certo come vorrei…Ma so che è frutto delle mie scelte professionali e se la bici avrà una scadenza beh per il resto c’è tempo…spero! …lavoro be è sempre molto difficile conciliare tutto sempre questione di scelte”.
Quante ore e che tipo di allentamento richiede prendere parte ad una gara? “Mi alleno circa 5 6 giorni la settimana, mediamente un lungo in allenamento per me non supera le 5 ore”.
Inizia ad allenarsi con il suo ex fidanzato alternando strada a sterrato nei boschi, ma la sua strada è stata fin troppo chiara da subito.
Che modello di bici utilizzi per le tue gare? “Ho sia la front che la full Epic ht e full Specialized ovviamente”.

La Full come lei stessa ha dichiarato, le dà più sicurezza e risulta più performante su radici e rocce anche in salita, mentre la Front è senza dubbio sinonimo di leggerezza. La Full è stata un’ottima compagna di viaggio nella Hero.
Innumerevoli sono le sue convocazioni, i suoi piazzamenti e le sue vittorie, ma come tutti gli atleti anche lei ha una gara del cuore.
Qual è la vittoria a cui sei più legata e perché? ”Penso l’italiano xc del 2008, la prima vera consacrazione, quando nessuno nemmeno io credevo tanto in me”.
La sua tenacia e la sua caparbietà hanno portato la Gaddoni a non smettere mai di credere nel suo sogno, a continuare a confrontarsi con concorrenti che lo fanno di mestiere. Come lei stessa ha spesso dichiarato, non è facile mantenersi economicamente con la propria passione, in un settore in un cui per gli Elite uomini ci sono pochi soldi, ancor peggio per la quota rosa.
Eppure la Gaddoni, esempio per i giovani di oggi che condividono lo stesso sogno, ha cambiato diversi lavori e ha fatto tanti sacrifici pur di riuscire ad allenarsi e raggiungere un livello di preparazione degno dei titoli che poi le sono stati conferiti. Come descritto in uno dei suoi libri preferiti “La gente non si rende conto che cos’è correre una tappa di 250 chilometri dopo venti giorni che sei in sella a una bici, la neve l’acqua il freddo il caldo la febbre la dissenteria il dolore la fatica. Quando sai che domani devi correre la stessa distanza e anche il giorno dopo e il giorno dopo ancora, tutto quello che puoi ingerire lo ingerisci. Non siamo eroi, siamo dei pazzi scatenati, dei coglioni. Gente che sta in dialisi, che si è bruciata le palle, che è morta per ispessimento della parete cardiaca. Per un ciclista l’importante è vincere, non pensi mai che ti ritiri, che ti possono beccare, che ti puoi ammalare, che puoi farti male. Esiste solo la vittoria” (Bestie da vittoria, Danilo Di Luca, Ed. Pickwick).
Come le sue gare, anche la vita è sempre in salita. Lei però non ha ceduto nemmeno nei momenti più difficili in cui ha pensato di smettere, portando a casa perfino una vittoria con la gara tecnica come la Capoliveri Legend Cup dell’Elba. La nostra campionessa ci svela il segreto della sua forza.
Come ogni percorso di crescita, sicuramente avrai affrontato difficoltà e delusioni. Come si superano? Cosa non ti ha fatto arrendere? ”Le difficoltà sono sempre molte…il mio segreto? Usare la bici come mezzo per uscirne, cioè mi facevo delle domande se continuare, perseverare o mollare. La bici e le gare mi davano sempre la risposta”.
Quale consiglio daresti ad un giovane che vuole intraprendere la tua carriera? “Bisogna sapere bene cosa si vuole veramente e pensare sempre a ciò che si vuole. Io due settimane prima della Hero sapevo che l’avrei vinta. L’ho pensato ed è successo”.
Una risposta al suo impegno e l’ennesimo coronamento della sua carriera, infatti, è arrivato con la vittoria della Hero nel 2017.
Quali emozioni ti ha dato partecipare e soprattutto vincere la Hero Sudtirol Dolomites? “Ho partecipato a molte edizioni della hero sudtirol dolomites ma quella era la mia giornata, quel giorno nessuno mi poteva battere, ero più forte mentalmente e lo sapevo già dentro di me. Le emozioni sono indescrivibili il coronamento di un sogno di una carriera non tutti gli atleti arrivano a farlo”.
Come si organizza un viaggio per partecipare ad una gara così importante? “Quando ti prepari per una gara all’ estero o per una gara di coppa del mondo come la Hero la priorità è essere a posto fisicamente e con la bici, prepari il mezzo devi avere in valigia di tutto per ogni evenienza dai 30 gradi ai meno 5 e alla pioggia. Poi preparo anche una borsa con gli alimenti, tutto in funzione della gara”.
La Gaddoni, insieme alla passione per la bici ha sempre coltivato anche un amore per i viaggi e dichiara: “E’ magnifico viaggiare e farlo con la bici. Si ha modo di vedere tantissime cose e in modo diverso. Con la fatica, col sudore te le guadagni insomma e penso finite le gare viaggerò ancora di più in bici. In fondo voglio godermi la bici e il mondo. Ho viaggiato tanto per le gare e per la bici e a dire il vero questo mi ha tolto molto tempo. Ho infatti ora voglia di partire, di esplorare anche cose diverse. Sono stata a Londra. E’ stato fantastico vivere una grande città per me che ho sempre vissuto in un paesino di campagna in Romagna. Giravamo anche per 30km al giorno. Al massimo in vacanza andavo sulle Dolomiti da piccola, le abbiamo vissute camminando tanto, me ne sentivo parte. Ora ho voglia di partire appena si potrà per l’America” .
Qual è la gara di ciclismo più bella dal punto di vista paesaggistico che ti ha maggiormente emozionata? “Il paesaggio non te lo godi in gara, ma di certo posso dire d’ aver pedalato dalle bellissime Dolomiti della Hero allo splendido mare dell’ isola d’ Elba”.
I progetti futuri per la Gaddoni sono ancora tanti e numerose sono sicuramente le sfide che la attendono su due ruote, ma i progetti futuri potrebbero riservare sorprese.
Al termine della tua carriera agonistica, hai intenzione di rimanere nel settore? “Mi piacerebbe, ma so solo correre e quindi meglio cambiare settore. Potrei darmi a quello dei viaggi!”
Per fortuna la nostra campionessa è animata da una irreprensibile forza e da un grande amore per la vita e quindi sicuramente seguiremo il suo esempio ed il suo consiglio: “Grazie a tutti i lettori. E mi raccomando…mai fermarsi!”.