BASILICATA, I LUOGHI DEL FILM COAST TO COAST

Riviviamo insieme i suggestivi luoghi dove è stato girato il film “Basilicata coast to coast”.

“La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi” (Nicola Palmieri).

Nel 2010 arriva nelle sale cinematografiche Basilicata coast to coast diretto da Rocco Papaleo. Il film vede 2 nuovi debutti: quello di Papaleo come regista e quello di Max Gazzè come attore. Il cast annovera nel suo cast altri pilastri del piccolo e del grande schermo come Alessandro Gassman e Giovanna Mezzogiorno. La trama narra la storia di un gruppo di amici che, dopo aver dato vita ad una piccola band, vogliono lanciarsi nell’insolito progetto di attraversare tutta la Basilicata caricando strumenti e bagagli su un carretto per raggiungere la località di Scanzano Jonico e partecipare ad un festival musicale. Ad affrontare questo viaggio con loro troviamo una svogliatissima giornalista che dovrebbe documentare l’epica impresa. Un viaggio, quello dei protagonisti, più che altro introspettivo alla ricerca del significato della vita di ciascuno al quale si affiancherà l’esplorazione delle meravigliose terre lucane.

Le tappe del viaggio sono: Scanzano Jonico/Policoro/Tursi; Tursi/Craco; Craco/Aliano; Aliano/Corleto Perticara; Corleto Perticara/Viggiano; Viggiano/Tramutola/Moliterno; Moliterno/Lauria; Lauria/Trecchina; Trecchina/Maratea.  

Scanzano Jonico, si affaccia sulle meravigliose acque del mar Jonio e offre naturalmente infinite possibilità per tutti coloro che vogliono godersi una bella vacanza in spiaggia. Passeggiando per il comune si possono visitare la Chiesa dell’Assunta di recente costruzione e la Torre Faro, una torre cilindrica di avvistamento che svetta sulla campagna scanzanese. 

Policoro, è una cittadina di mare il cui affaccio sullo Ionio le ha garantito un posto meritevole nella storia della Magna Grecia. Le testimonianze dell’antica città di Heraklea e della leggendaria battaglia tra i Romani e Pirro (280 a.c.) sono visitabili a pochi chilometri di distanza da Policoro, dove troviamo anche il Museo Archeologico della Sirtide (il museo ha adottato la Carta della qualità dei servizi del MiBACT). Dello sviluppo in epoca medievale, invece, troviamo traccia nel castello baronale, nato nell’anno mille per mano dei monaci basiliani come casale fortificato e in seguito cresciuto su se stesso prima come proprietà della principessa
Maria Grimaldi Gerace Serra e poi del Barone Berlingieri di Crotone. Per gli amanti del birdwatching suggeriamo l’Oasi WWF Policoro Herakleia, un bosco pantano in cui si registrano 170 specie differenti tra cui la spatola (Platalea leucorodia), l’airone bianco maggiore (Casmerodius albus), l’airone cenerino (Ardea cinerea), la garzetta (Egretta garzetta) e il chiurlo (Numenius arquata); come mammiferi troviamo la martora (Martes martes), il tasso (Meles meles) e la faina (Martes foina). Forte è anche la presenza di rapaci e di rettili. Presso il centro peraltro è possibile ammirare negli orari di apertura le tartarughe caretta caretta recuperate in mare e bisognose di cure. Per gli amanti di ombrellone, mare e sole a Policoro troverete spiagge di sabbia e ciottolo; al largo con un po’ di fortuna si possono avvistare le tartarughe caretta carretta e i delfini. 

Tursi, un borgo medievale sorto intorno al V sec in provincia di Potenza. La caratteristica più distintiva di questa località è la sua divisione in precisi rioni: rione Costa, ai piedi della collina di San Rocco, ospita via Roma, corso principale della città; rione Petto, forse il più tipico, caratterizzato da un presepe di case abbarbicate sulla collina; rione Santi Quaranta, il più moderno composto da palazzi degli anni settanta in cui si trova un ascensore panoramico che porta da Piazza San Sebastiano al soprastante Pizzo delle Monachelle; rione Sant’Anna dove il 20 di ogni mese ha luogo un folkloristico mercato; rione Piana, che vanta palazzi realizzati in tufo e una tipica pavimentazione in pietra; rione Cattedrale, dove si trova appunto la Cattedrale dell’Annunziata; rione San Michele, che ospita Palazzo Latronico (il più grande del paese caratterizzato da un grande atrio e una torre del belvedere), la chiesa di San Michele Arcangelo e la casa dello scrittore locale Albino Pierro; rione Rabitana, il più antico nato intorno ai resti del castello gotico nel V sec. I Saraceni influenzarono il nome del rione (da Rabat o Rabhàdi o Arabum tana), la sua architettura e il suo dialetto. La sua ripida scalinata nota come ‘la pietrizza’ si estende sui burroni sottostanti per oltre 200 metri di lunghezza, fu costruita dal duca Doria il quale ripropose lo stesso numero di gradini del suo  Palazzo Tursi a Genova; dalla Rabatana si dipartono una serie di viuzze da cui si può partire per l’esplorazione delle umili ma suggestive casette, alcune ruderi, spesso monovano a pianterreno. Da non perdere c’è anche il lembo ti terra chiamato ‘Piccicarello’ (che prende il nome dal suo proprietario Francesco Donnaperna detto ‘Ciccarello’) che parte dai piedi del castello e si tuffa a capofitto in un fossato circondato da precipizi, un tempo destinato ad agricoltura. Questo quartiere ospita la Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore (secondo alcuni collegata al castello da un cunicolo segreto per garantire un passaggio sicuro ai signori da una struttura all’altra) e i resti dell’antico castello che i Goti nel V sec. utilizzavano per difendere il territorio. Suggestivo sarebbe senza dubbio perdersi tra questi vicoli ascoltando o leggendo qualche poesia dell’autore locale Albino Pierro che ha fatto di questa terra la musa ispiratrice dei suoi versi d’amore, per rivivere attraverso la sua penna la poesia di cui sono profondamente intrisi questi paesaggi.

Craco, conosciuta come la ‘città fantasma’, si trova a circa 50 km da Matera e si erge sui tipici calanchi. Il borgo rimasto completamente disabitato a seguito di una frana nel 1963, è visitabile liberamente solo attraverso la Craco-card rilasciata dall’amministrazione comunale. Per visitare Craco antica è necessario essere accompagnati da una guida autorizzata ed indossare un elmetto protettivo; in autonomia è visitabile solo la zona esterna al recinto. Numerosi sono i film che hanno utilizzato la città fantasma per girare alcune scene; tra i più famosi Cristo si è fermato ad Eboli di monte Francesco Rosi, la Passione di Cristo di Mel Gibson, la Lupa di Alberto Lattuada

Aliano (parco Levi). L’antica cittadina di Praedium Allium, sarebbe sorta sui possedimenti di un nobile romano Allius. Questo borgo che dai Calanchi domina la Val d’Agri offre, insieme alla Riserva di Montalbano Jonico, paesaggi dai pregi naturalistici non comuni legati a fenomeni di erosione del terreno per l’effetto di dilavamento delle acque su rocce argillose. Tra i viali di questa cittadina Carlo Levi, a cui è dedicato l’omonimo parco letterario, subì il suo confino nel periodo fascista (1935-36). Il celebre scrittore nelle descrizioni del borgo attinse molto dai costumi e dalle tradizioni del medesimo; in Cristo si è fermato ad Eboli descriveva le maschere cornute del Carnevale di Aliano. In occasione della festa di Sant’Antonio Abate il 17 Gennaio, giovani con maschere demoniache e minacciose sfilano per le viuzze sulle note della fisarmonica e della cupa cupa; ostentano i loro grossi nasi pendenti, indossano i ‘cauzenitt’ (grossi mutandoni invernali), armati di ciuccigno (manganello flessibile) colpiscono le giovani donne.

Viggiano, situata nel cuore di Val d’Agri a 975 metri di quota sulle pendici del monte S.Enoc. L’antica tradizione della costruzione di arpe si respira dalle prime passeggiate in paese dove è possibile ammirare bassorilievi rappresentanti arpe e violini e la statua in bronzo a grandezza naturale di un’arpista. Dei famosi musicisti di Viggiano si hanno notizie dal 1700, quando le abilità personali venivano sfruttate come mezzi di sostentamento; almeno una famiglia su tre aveva in casa un arpista. I più portentosi raggiungevano perfino il pubblico europeo, statunitense ed australiano. Questa tradizione s’è andata perdendo verso la fine del secolo. I resti del castello e le due torri difensive offrono una spettacolare vista panoramica; di particolare interesse sono anche la Chiesa Madre, la Chiesa di San Rocco e la Chiesa di San Sebastiano. Il simbolo religioso più importante, però, è la Madonna Nera o Bruna la cui statua trova dimora nel Santuario della Madonna di Viggiano a 1723 di quota fuori dal centro abitato in direzione nord-ovest. Ogni prima domenica di Maggio la statua lignea viene portata in processione al Santuario del Sacro Monte distante 12 chilometri; lungo il sentiero scosceso sono presenti i poggi, altari di pietra, dove poter poggiare la statua per riposarsi. Caratteristica è la presenza delle cente, sculture di candele votive adornate da nastri colorati che i pellegrini e i fedeli portano sulla testa durante la processione. Viggiano è circondato da boschi di faggi, querce ed aceri che accolgono i turisti per passeggiate, trekking e attività all’aperto. Nei dintorni del paese, inoltre, sono presenti zone attrezzate per ospitare gli sport invernali:  sul Monte Volturino troviamo una pista di 2 km e mezzo, un campo scuola, seggiovia biposto, anelli di fondo per fuoripista e snowboard; sul Monte Grande di Viggiano troviamo tre piste per lo scii di fondo e la possibilità di piste illuminate di notte durante le festività .   

-Tramutola, in Val D’Agri, è famosa per le sue sorgenti d’acqua miste a petrolio; tracce scritte testimoniano l’affiorare di questa sostanza in superficie presso il torrente Caolo, affluente del fiume Agri, sin dall’antichità. Aggirandosi per le sue strade non può mancare una visita alla Chiesa del Santissimo Rosario e alla Chiesa di Santa Maria di Loreto. Altre chiese minori ma comunque particolari sono quelle di San Giovanni Battista, San Rocco, San Vito e Santa Lucia. Legato fortemente alla tradizione locale è l’Antico Lavatoio in Piazza XXIV Maggio noto come ‘Ngap l’acqua’ costruito a ridosso del torrente Bossentino e caratterizzato da una fontana a cinque bocche. L’acqua alimentava l’adiacente mulino ora in disuso, ma il lavatoio veniva utilizzato fino a poco tempo fa dalle donne per lavare i panni. Se siete in zona ad Ottobre non potete perdervi la sagra che celebra uno dei prodotti tipici locali: la castagna Munnaredda. Piatti tipici locali minuich alle cime di cola, ciaudedda, taralli all’aviglianese, merluzzo al limone, testine di agnello al forno. 

-Moliterno si sviluppa fondamentalmente attorno al suo castello feudale di epoca tardo-angioina. Percorrendo i viottoli del paese, non mancherà occasione di ammirare i numerosi palazzi nobiliari (Gilberti, Parisi, Lovito,  Giampietro), la settecentesca Chiesa di Santa Croce d’origine francescana, la modesta ed intima Chiesa del Rosario e l’imponente Chiesa dell’Assunta. La sua identità e, probabilmente, il suo nome (‘mulcternum’, luogo dove si fa il latte) sono legati alla tradizione dei prodotti caseari. Particolarmente sentita è  infatti la Sagra del Formaggio dove poter degustare le varie specialità ed in particolare il Pecorino Canestrato. Imperdibili in qualsiasi periodo dell’anno sono anche i ferricelli ( fusilli fatti a mano conditi con sugo), la pastorale (carne di pecora con pomodori e patate), i trisciddi (gnocchi con sugo di carne), le lumache, la cicirata, gli struffoli, le chiacchiere e il sanguinaccio.    

-Lauria è un comune italiano in provincia di Potenza che si erge su una collina da cui domina lo scorrere del Sinni, dell’Angri, del Noce e del Mercure. La cittadina si può visitare perdendosi nei meandri dei suoi caratteristici Rioni dal basso verso l’alto: Burgu (visitabile la chiesa di San Giacomo), Castiddu (visitabile la chiesa di San Nicola), Ravita. Particolarmente interessanti sono anche la il Santuario della Madonna delle Armi (il cui riferimento ‘armos’ richiama la natura rocciosa del luogo su cui è arroccata),  il Collegio dei Frati Cappuccini, il Convento dell’Immacolata, il Castello di Ruggiero. Quest’ultimo, costruito nel XIII sec, mostra di sé parte dei resti sopravvissuti alle vicende distruttive del passato. Lauria offre ai turisti la possibilità di tuffarsi e di godere a pieno della sua rigogliosa macchia mediterranea fatta di lentisco, mirto, ginestra, faggio, castagneto, quercio coccolate dalle acque scroscianti dei suoi torrenti e dei laghetti di Cogliandrino e Rotonda. Anche qui, come in tutta la Basilica la tavola di una trattoria è obbligatoria per degustare le specialità locali: gli jummàriddi (involtini di interiora di agnello), il capretto alla brace, le tagliatelle con ceci e fagioli, i tagliolini dell’Ascensione, baccalà a ciaruedda, baccalà  alla lucana, i mustacciuoli, il picciddàtu, i biscotti alla salvia. In periodo pasquale, il cutturiddi, un piatto a base di agnello. Per gli amanti dell’artigianato locale, Lauria si distingue per la lavorazione del vimine, della pietra e del ferro battuto. 

-Trècchina è divisa in due parti: una chiamata Castello, sviluppatasi attorno al Palazzo Baronale nel XVI sec. e l’altra chiamata Piano risalente al XIX sec. In Piazza del Popolo degna di attenzione è la Chiesa di San Michele Arcangelo, edificata con le offerte dei fedeli fra il 1840 e il 1878, circondata da palazzi in stile liberty, è scrigno di preziosissime tele della scuola napoletana. Non molto distante troviamo la Chiesa di Sant’Antonio risalente al XVIII sec. Secondo quanto si narra quest’ultima chiesa sarebbe stata abbandonata dalla famiglia a cui apparteneva per inspiegabili e misteriosi eventi; negli anni seguenti fu utilizzato come edificio scolastico ma l’idea che fosse posseduta dal demonio portò ad un processo di esorcizzazione della struttura. Dal 1925 ripresero le tradizionali funzioni religiose. A Rione Castello troviamo la Chiesa di  San Giovanni eretta tra XI e XII sec. La struttura più suggestiva, però, rimane il Santuario della Madonna del Soccorso costruita nel 1926. Secondo la leggenda il luogo prestabilito era un altro ma ogni giorno che i muratori si recavano sul posto, trovavano distrutto ciò che nei giorni antecedenti avevano eretto; un giorno una luce apparve in cima alla collina, dove attualmente si trova l’edificio, e gli abitanti del luogo videro in quel segno una indicazione divina su dove erigere il Santuario. La seconda domenica di Maggio parte dal centro del paese fino al monte una processione lungo un percorso di 4 km attraverso i boschi per accompagnare la Madonna al suo Santuario in cima al Monte Santa Maria. Raggiunta la vetta, il panorama si perde sull’Appennino Lucano-Calabro e sul Golfo di Policastro. A rientro si passa attraverso la Forraina, un bellissimo viale alberato, dove si trova la cappella della Madonna del Soccorso. 

-Maratea, adagiata come una dama sul Golfo di Policastro, le sue rive  richiamano numerosi turisti affamati di mare, sole e relax. La policromia delle acque e delle sue spiagge accontenta i gusti di tutti; spiaggia della Rena d’u Nastru  cala Jannita e Santa Teresa, con la loro distesa di microscopici sassolini neri; a’ gnola, sabbia nera con ciottoli grandi sparsi;  la meravigliosa spiaggia  grotta della scala che solitamente risulta presa d’assalto nonostante i suoi 200 gradini per raggiungerla; Fiumicello spiaggia di sabbia nera. Le cale sono tantissime e tutte affacciate su questo litorale frastagliato, spesso adornato da faraglioni e grotte che attendono la visita degli amanti di snorkeling Numerose sono anche le agenzie che in loco offrono tour in barca di qualche ora. Per coloro che non si accontentano di passare tutto il giorno sotto l’ombrellone, da non perdere ci sono: la statua di Cristo Redentore a braccia aperte che domina la città da una collina
(scolpita dal fiorentino Bruno Innocenti, alta 22 metri con una apertura di braccia di 19 metri e il volto alto 3 metri); la Grotta delle Meraviglie di  Marina di Maratea (scoperta nel 1929 su un fianco del Monte La Serra, 
è visitabile solamente nei mesi estivie all’ interno la temperaturavaria dai 15 ai 18 gradi centigradi, mentre l’umidità relativa è del 95 %; è caratterizzata da un’unica sala di circa 70 metri di lunghezza per 20 metri di larghezza con una altezza media di  7 metri dove ammirare colonne e coltri stalagmitiche, disponibile un tour di 30 minuti al costo di 3€); un panoramico percorso di trekking in Valle della Noce (10 i percorsi disponibili); una passeggiata nel centro storico che raccoglie alcune delle 44 chiese presenti nella zona di Maratea (in particolare la Chiesa dell’Annunziata del XVI sec. nota per il suo campanile, per la cupola rivestita da maioliche gialle e verdi e per la colonna di San Biagio collocata davanti all’ingresso che si narra fu trovata in mare vicino l’isola di Santo Janni); bagno e snorkeling nelle suggestive grotte alcune raggiungibili solo via mare (la Grotta del Sogno, la Grotta d’I Monacelli, Grotta dei Pipistrelli, Grotta delle Cetroselle).

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